Complice lo smart working e le distanze, il nostro utilizzo della tecnologia ha subito un’accelerazione notevole: i dati dicono che sono aumentate le ore che trascorriamo in media al cellulare e al computer, così come sono cresciute le videocall, per effetto anche della Didattica a Distanza.
La Microsoft ha effettuato uno studio per analizzare l’attività cerebrale di alcuni dipendenti volontari sottoposti a sessioni di call e video call con e senza pausa, scoprendo che passare da una call all’altra senza interruzioni, non solo è stressante per il nostro cervello, ma lo è anche per il nostro organismo in generale.
Sarebbero auspicabili, se non obbligatorie, delle pause di almeno dieci minuti tra un collegamento e l’altro, per consentire al cervello di effettuare una sorta di reset e rigenerarsi.
Come conciliare quindi la tecnologia con il benessere?
Innanzitutto dedicando spazi e tempi sia alla prima che al secondo: si lavora preferibilmente in un angolo dedicato nella casa, che non sia la camera da letto o il soggiorno, così come si chiude computer e devices vari durante il weekend (e alla sera dopo le 19).
Oltre alle pause tra una call e l’altra, è importantissimo cambiare l’aria almeno 3 volte al giorno per 15 minuti, per evitare l’accumulo di aria viziata e di anidride carbonica, ed è fondamentale idratarsi: bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno per combattere stanchezza, rughe, stitichezza ed evitare il mal di testa.
E quando si fanno delle pause, evitare di correre sui social: molto meglio distendersi o fare una passeggiata, o una seduta di yoga o di stretching.
Insomma, la tecnologia, per renderla amica, va… arginata.
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