Oltre ai programmi di screening, è una dieta corretta a fornire un aiuto concreto alla prevenzione del tumore al seno, perché se scoprire tempestivamente una mutazione cellulare può salvare la vita, impedire che quella mutazione avvenga dovrebbe essere prioritario.

La prevenzione inizia dunque a tavola.

Evitare il sovrappeso è una regola aurea (le donne grasse tendono ad ammalarsi di più), che include il preservare la concentrazione ematica dell’insulina che, quando il contenuto di zuccheri nel sangue è troppo, si impenna; l’eccesso di insulina provoca un aumento di ormoni sessuali che, a loro volta, favoriscono lo sviluppo del tumore al seno.

E come si tengono a bada peso corporeo, zuccheri nel sangue e insulina?

Facendo attenzione a ciò che si mangia: evitare cibi ricchi di grassi e zuccheri e preferire un’alimentazione più semplice e naturale, a base di prodotti integrali, proteine vegetali come i legumi, verdura e frutta fresche e di stagione, semi e olio extravergine di oliva.

Prestare attenzione quindi alla carne, da consumare con moderazione e prediligendo quella bianca, alle uova, ai formaggi, al burro e al latte intero (in grado di stimolare i fattori di crescita dei tumori) e agli insaccati; semaforo verde per il pesce, la cui funzione antitumorali è ormai stata accertata grazie agli acidi grassi omega 3, antinfiammatori naturali.

Ricordarsi inoltre che le bevande alcoliche sono state collegate alla neoplasia mammaria, quindi consumare con moderazione (un bicchiere di vino al giorno, meglio se rosso), evitando del tutto i superalcolici.

A quella che appare a tutti gli effetti come la nostra cara dieta mediterranea, è buona cosa abbinare una moderata ma costante attività fisica.

Ma l’alimentazione è importante anche in caso di recidiva: dopo un tumore al seno, valgono le stesse regole, con particolare attenzione a ridurre alimenti come arance, pompelmi, pomodori, melanzane, peperoni, frutti tropicali e molluschi (ricchi di poliammine che favoriscono la proliferazione delle cellule, incluse quelle cancerose), e carni fresche e lavorate.

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